Due figlie a Londra

Che mia figlia Laura sarebbe diventata architetto avrei dovuto capirlo sin da quando era piccolissima e giocava esclusivamente con le costruzioni: non le interessavano le bambole , lei voleva solo avere così tanti mattoncini Duplo da costruirsi una casa vera.

E’ sempre stata bravissima a scuola, si è diplomata geometra, ha passato il relativo esame di stato e poi si è iscritta ad architettura a Firenze, dove si è laureata in tempi perfetti con 110 e lode.

Anche come architetto ha superato l’esame di stato senza problemi.

Sapevo che finchè studiava sarebbe andato tutto bene, ma trovare lavoro è un’altra cosa.

Ha passato un paio di anni in uno studio di architettura , sempre a Firenze, e non è che si trovasse male, anzi ha imparato molto, ma il lavoro era sempre precario, faceva ore ed ore in più che non le venivano pagate, non vedeva possibilità di crescita, ma solo lo spauracchio  del licenziamento .

Non c’erano altre possibilità migliori, i vari studi funzionavano tutti nello stesso modo.

Lasciare l’Italia è diventata un’opzione e mi faceva rabbia pensare che l’abbiamo fatta studiare in Italia, qui abbiamo pagato le sue tasse universitarie, qui avremmo voluto che ricadesse il suo sapere e invece qui non le veniva offerto niente di adeguato.

Infine ha deciso di trasferirsi a Londra, dove già abitava la sorella, e provare a trovare la sua strada lì.

Vedere partire anche lei, per noi genitori è stata dura, ma ci siamo consolati con il pensiero che almeno le due sorelle sarebbero state vicine e che sicuramente Londra avrebbe apprezzato il valore della nostra bambina e le avrebbe dato i riconoscimenti che meritava.

Con l’aiuto della sorella ha presto trovato casa (condivisa, ovviamente), e si è data da fare a cercare lavoro.

Lo ha trovato subito, in uno studio  che ha saputo riconoscere i suoi meriti, l’ha fatta sentire apprezzata e considerata, le ha assegnato grandi responsabilità che l’hanno mandata in crisi e fatta crescere sempre più forte e sicura.

Tutt’ora lavora in quello studio, il team è diventato per lei quasi una famiglia, fra alti e bassi, problemi e soddisfazioni.

Si è creata la sua cerchia di amici, apprezza tutto quello che la città offre e quando mi trovo lì non manca mai di portarmi a vedere luoghi nuovi e interessanti che ha ha scoperto.

Ancora una volta Londra non ci ha deluso, mentre la nostra Italia non si accorge che la fuga dei cervelli continua.

 

 

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